[Dal
"Corriere di Chieri e Dintorni" 2 Maggio 1997]
Torneo zonale domenica al San Silvestro
Gli scout giocano a rubarsi lo scalpo
Chi non ha mai visto una partita di pallascout si segni data e orario: domenica 4
maggio, dalle 10 in avanti, al campo sportivo San Silvestro si svolgera' un torneo che
vedra' squadre dei reparti di boy scout Agesci di Chieri, Pino, Moncalieri, Santena,
Revigliasco e Carignano.
Ma che cos'e' la pallascout? Una via di mezzo tra il rugby e la pallamano, giocata in due
tempi di 20 minuti ciascuno. Le squadre sono di 9 elementi, giocano su un campo grosso
all'incirca la meta' di di quello di calcio e, infilato nella cintura, sulla schiena,
portano il foulard scout, per l'occasione definito "scalpo". Scopo del gioco e'
appoggiare con le mani la palla oltre la linea di porta avversaria: lanciarla non vale,
ogni colpo con la gamba o col piede e' fallo. Il giocatore in possesso di palla, se la
tiene tra le mani puo' pero' essere "scalpato" dagli avversari: esce dal gioco
fino a quando una delle due squadre non segna.
Il gioco e' estremamente spettacolare, con frequenti rovesciamenti di fronte, e premia
l'azione di squadra piu' che il gesto personale. Tuttavia anche la componente individuale
conta parecchio, sia nel contropiede, sia nella segnatura, sia nella scalpatura: la piu'
bella e' quella "al volo", tuffandosi a fianco dell'avversario in corsa.
Le squadre, formate da ragazzi e ragazze dai 12 ai 16 anni, di solito dispongono di tre
difensori fissi sulla linea di porta, tre centrali e tre attaccanti: questo sistema
di base si smodifica in caso di scalpature.
Nella pallascout, lealta' e agonismo vanno di pari passo: si gioca per vincere, ma anche
perche' il gioco sia un bel gioco. E' per questo motivo che i giocatori devono collaborare
con l'arbitronel giudicare le azioni piu' controverse: il giocatore che sta per essere
scalpato, per esempio, lancia istintivamente la palla, e in questi casi puo' essere dubbia
l'eliminazione dal gioco.
Le finali del torneo saranno disputate a partire dalle 14,30 : pubblico e tifosi saranno i
benvenuti.
Chieri ai nazionali di pallascout dopo 25 anni la storia
e' gia' mito.
Mangiavamo pane e pallascout (pallascalpo e' la stessa cosa ) e tutte le domeniche
pomeriggio alla Mangolina, dietro ai "Tre Re" si trovavano per gli allenamenti.
E sfide su sfide: tra di loro e contro tutti i gruppi scout del circondario. erano i primi
anni 70, e la squadra di pallascalpo di Chieri 1 CNGEI (Corpo Nazionale Giovani
Esploratori Italiani) poteva vantare un record non da poco: due anni consecutivi di
vittorie, e un solo pareggio, contro tutti i gruppi CNGEI dei Piemonte.
Ovvio che, quando si seppe che a Reggio Emilia nel settembre '73, si sarebbe disputato il
campionato nazionale di pallascout, si sentirono obbligati ad esserci anche loro.
E intensificarono gli allenamenti, guidati da Walter Tiozzo che, nell'occasione, non
avrebbe potuto scendere in campo avendo superato il limite dei 15 anni di eta'. Esordirono
con una sconfitta: 11 a 3 contro il Reggio Emilia B. e scoprirono a loro spese che non si
poteva giocare con un solo uomo sulla linea di porta quando tutte le altre squadre ne
tenevano 3. fecero tesoro della lezione, e la spuntarono nella sfida successiva contro il
Firenze B: 7 a 1 e passaggio di turno. Nel frattempo allegri poveracci, erano già
inventati i beniamini del torneo. In campo non commettevano falli gravi, non protestavano,
e alla sera, quando si trovavano tutti insieme per cantare e recitare scenette, erano i
piu simpatici. Peccato che il loro peso
in chilogrammi, e non solo
lagonismo fosse molto inferiore a quello degli avversari. Contro il Firenze A non ci
fu storia: i toscani, addirittura ne tenevano 4, sulla linea di porta. Grandi come armadi.
Ad un certo punto, addirittura i chieresi si trovarono in 5 contro 9, e continuarono a
spezzare i loro attacchi su una squadra rocciosa che, inevitabilmente, li infilo poi
in contropiede. Persero 2 a 0, ma con onore. E poi di nuovo persero 5 a 3 contro il Reggio
Emilia B.
Per passare il turno bisognava a tutti i costi vincere contro il Roma: Persero invece 9 a
3 e furono fuori. La finale se la disputarono le due squadre dfi Milano e dopo un
risultato di parità anche ai supplementari, la vittoria fu assegnata con il lancio della
monetina. Tra gli sconfitti ci fu chi pianse e aveva ragione.
La squadra di Chieri si classifico 7a e vinse la coppa dello stile: tra le 15
squadre del torneo, dentro e fuori del campo, era stata quella che meglio aveva
interpretato lo spirito scout.
Con gli anni lavventura i Reggio Emilia divenne unepopea. Ognuno dei nove
giocatori se oggi dovesse raccontare quei giorni tirerebbe fuori una storia differente. E
gli altri starebbero ad ascoltare certi di trovare, a quasi un quarto di secolo di
distanza, particolari dimenticati, o addirittura inediti.
Di quei giorni, e rimasta solo una fotografia: la vita ha segnato
in vario modo e disperso i ragazzi della pallascout. Ricordiamoli ancora cosi, in
posa per la loro foto ricordo : Nella fila inginocchiata il primo a sinistra e
Massimo Nebbia, che avrebbe voluto diventare ufficiale daviazione e oggi e
musicista in Francia. Di fianco a lui Paolo Detragiache ricercatore allENEA sulla
fusione nucleare, poi Claudio Cossio tecnico di laboratorio alluniversità, Claudio
Tiozzo fotografo, ed Enzo Borio piccolo e velocissimo, soprannominato il "gagno delle
finte", bibliotecario.
In piedi, da sinistra escludendo gli arbitri: Claudio Mosso, titolare di una crèperie a
Castelnuovo, poi Luciano Broggio e Luciano Sonza, entrambi impresari edili. Ultimo della
fila il giornalista che firma questo articolo.
Enrico Bassignana
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